Disturbo Ossessivo Compulsivo di Personalitá
Il disturbo ossessivo compulsivo di personalità presenta preoccupazione eccessiva per l'ordine, il perfezionismo e il controllo mentale e interpersonale.
Il disturbo
ossessivo compulsivo di personalità
si caratterizza per la preoccupazione eccessiva per l'ordine, per
il perfezionismo e il controllo mentale e interpersonale. Spesso le
persone affette da questo disturbo non riescono ad essere flessibili,
aperte ed efficienti proprio per l'eccessivo controllo che vogliono
esercitare su tutto.
Tale patologia colpisce circa il 3-10%
della popolazione, più frequentemente di sesso maschile (fonte DSM
V, 2014).
Gli
individui con disturbo
ossessivo compulsivo di personalità
cercano di mantenere la sensazione di controllo attraverso
un'attenzione minuziosa per le regole, i dettagli futili, le liste,
i programmi e la forma al punto tale da perdere il focus centrale
dell'attività che stanno svolgendo. Possono, per esempio,
focalizzarsi così tanto sui dettagli di un progetto che il progetto
stesso non viene mai ultimato o viene ritardato moltissimo; per
questi individui il mancato rispetto delle scadenze è frequente. Chi
soffre di disturbo
ossessivo compulsivo di personalità mostra
un attaccamento eccessivo al lavoro e alla produttività, tanto da
escludere eventuali attività di svago e le amicizie, anche se non
sono mossi da una vera necessità economica. Quando devono
dedicare il tempo per una attività di svago sono molto a disagio e
possono rimandarla, se possibile, all'infinito, relegandola sempre
dopo le attività lavorative. Quando trascorrono tempo con gli
amici è probabile che succeda in qualche attività organizzata, che
viene sempre affrontata come se fosse un compito serio, perdendo il
suo aspetto ludico. Molto spesso vengono identificati come
individui troppo coscienziosi, scrupolosi e intransigenti in tema di
moralità, etica e valori. Possono forzare se stessi e gli altri a
seguire rigidi principi morali e non riuscire a perdonare a se stessi
o agli altri deviazioni o errori dal percorso stabilito. Le
persone che soffrono di disturbo
ossessivo compulsivo di personalità
possono non riuscire a gettare via oggetti consumati o di nessun
valore, anche quando non hanno un vero e proprio significato
affettivo. Sono anche riluttanti a delegare compiti o a lavorare con
altri: le cose, in particolare sul lavoro, che è l'ambito che li
contraddistingue, devono essere fatte perentoriamente come dicono
loro, per cui possono essere minuziosi nei dettagli che forniscono ai
collaborati e non apprezzano eventuali idee e azioni creative.
Gli individui con disturbo ossessivo compulsivo di personalità sono solitamente rigidi e testardi. Sono coì preoccupati di fare le cose nel migliore modo possibile che possono non riuscire ad ascoltare le opinioni altrui anche se sono migliori o più efficaci delle loro.
Aspetti ereditari o congeniti possono svolgere un ruolo rilevante nella strutturazione del disturbo ossessivo compulsivo di personalità; allo stesso modo, un temperamento ansioso può notevolmente incidere su questa sindrome.
Un peso importante nell'insorgenza del disturbo può essere assunto, inoltre, da alcune caratteristiche presenti nell'ambiente famigliare di questi pazienti; le più rilevanti sembrano essere:
poca spontaneità ed espressività emotiva dei genitori;
eccessiva indulgenza durante i primi anni di vita del figlio, elevati standard morali, richieste irrealistiche di maturità e responsabilità negli anni successivi;
inibizione dell'espressione delle emozioni ed il contatto con esse;
ipercontrollo ed eccessive richieste di vivere secondo le aspettative dei genitori;
uso di punizioni quando il bambino fuoriesce dagli standard prefissati;
desiderio di rendere il figlio autonomo e attivo, unitamente a uno scarso sostegno nell'esplorazione del mondo esterno.
Terapia del disturbo ossessivo compulsivo di personalità
La Terapia Cognitivo Comportamentale si pone come obiettivo fondamentale quello di favorire nel paziente i cambiamenti necessari a condurre uno stile di vita più flessibile e sereno. In particolare, il paziente viene aiutato a riconoscere e accettare le proprie emozioni e i propri stati d'animo, riducendo l'autocritica e l'autocolpevolizzazione rispetto a stati mentali positivi. Il secondo passaggio mira ad aiutare il paziente ad alleviare il senso del dovere, dedicando del tempo anche ad attività piacevoli e rilassanti. Per raggiungere tali obiettivi, la Terapia Cognitivo Comportamentale cerca di far identificare al paziente e fargli mettere in discussione delle convinzioni di base del paziente su se stesso e il mondo, lo porta a una validazione e accettazione da parte del terapeuta degli stati interni vissuti dal paziente come "sbagliati".
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